(Vincent Van Gogh – Dopo la tempesta o Pastore con gregge di pecore – 1884)
Dostoevskij aveva visto tutte queste cose ottant’anni prima, nel 1862, all’esposizione universale di Londra: E la City, coi suoi milioni e col commercio mondiale, il palazzo di cristallo, l’esposizione universale… Sì, l’esposizione è qualcosa di sbalorditivo. Vi percepite una forza tremenda che lì ha riunito in un unico gregge tutto quell’incalcolabile numero di persone giunte da ogni parte del mondo. Voi avete coscienza di un pensiero immane: percepite che lì qualcosa è già stato raggiunto, che lì è la vittoria, che lì è il trionfo. Cominciate persino come a temere qualcosa. Per quanto siate indipendenti, pure per qualche motivo sarete assaliti dal timore. “Non è forse questo, realmente, l’ideale raggiunto?” – così vi vien da pensare – “Non è questa la fine? E non è già questo, in effetti, l’unico gregge?” (…) Voi percepite che occorre molta resistenza spirituale e un’eterna capacità di negazione per non cedere, per non soggiacere all’effetto, per non inchinarsi davanti al fatto e per non deificare Baal, e cioè per non accettare quello che esiste come il proprio ideale… (Vincenzo Passerini)
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