Dopo la Crisi

… Dostoevskij aveva trascorso quattro anni della sua vita ai lavori forzati e anche lui era riuscito a trasformare questa dolorosa esperienza in una sfida ai confini della sua umanità, in qualcosa, insomma, di opposto alla sconfitta.

… interrogata su come una situazione di crisi possa portare un uomo alla liberazione, la Kasatkina ha affermato che “la crisi oltre ad essere un posto stretto e per ciò stesso scomodo, è anche un passaggio tra una esperienza dalla quale usciamo e una esperienza che deve ancora venire; tra un nostro modo di essere precedente e un modo si essere successivo”, cui approdiamo con una coscienza nuova, con una più meditata consapevolezza, con una maturità prima sconosciuta. “La crisi è una possibilità – per noi abituati a una quotidianità piena di agio – che ci permette di confrontarci con noi stessi, di sentire noi stessi in tutta la nostra profondità. Il non riuscire a stare stretti in una misura. Questo è «crisi»”.

(http://www.europaoggi.it/content/view/2517/142)

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