Matteo Renzi e Dostoevskij

… del soggiorno di Dostoevskij a Firenze, io avevo letto, qualche anno fa, in un libro di Matteo Renzi intitolato Stil novo che era praticamente un saggio sulla bellezza pieno di frasi stupefacenti, come per esempio: «Dobbiamo avere la forza di sconfiggere il pensiero debole dei poteri forti, o presunti tali».

Oppure: «Diciamoci la verità, a Firenze ci sono cose meravigliose, che spaccano il pensiero … solo che poi, dopo aver trovato quella frase così antipatica di Dostoevskij «È assolutamente necessario che io torni in Russia, qui sto perdendo perfino la possibilità di scrivere», ancor più antipatica se consideriamo che è stata scritta in un posto così bello come Firenze, dopo aver trovato questa frase sono andato a informarmi e ho scoperto che L’idiota Dostoevskij ha cominciato a scriverlo in Russia alla fine del 1866, l’ha continuato nel 1867 a Ginevra, a Vevey e a Milano e l’ha finito a Firenze (dove era arrivato sul finire del ‘68) nel gennaio del 1869, quindi a Firenze Dostoevskij ha scritto l’ultima parte del romanzo, quella più cupa, più disperata, quella del delitto, della ricaduta, quella che prende meno luce dall’idea, bellissima, che la bellezza salverà il mondo, proprio il contrario di quello che avevo capito leggendo il libro di Renzi, si vede che non son stato attento.

(http://www.paolonori.it/dostoevksij-e-matteo-renzi/)

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