Dostoevskij è prima di tutto un romanziere, il più grande romanziere dell’Ottocento e forse di tutti i tempi. Il suo universo è sterminato, forse eccessivo. Qualcosa ci sfugge ogni volta che lo affrontiamo. Frammenti della sua grandezza ci spingono oltre, verso pensieri e sensazioni che non riusciamo a controllare. Straordinari scrittori, come Tolstoj, Balzac, Dickens, hanno
creato nelle loro opere ottocentesche situazioni più facili da attraversare.
Invece, affrontando Dostoevskij, spesso ci perdiamo.
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