I libri di un presidente

Mattarella: «Ragazzi, partite da Dostoevskij»

…Letture inquiete e impegnative, spesso improntate alla voglia di educarsi su un registro da stoici. Letture tipiche di uno che coltiva il dubbio e sta ogni giorno in allarme, dominate dall’ansia di chi non cerca riparo in confortevoli «verità» ideologiche totali e non ha la presunzione che esista un’utopia migliore delle altre. Ciò che hanno fatto in tanti, nel Novecento, per giustificare il proprio abbraccio ai totalitarismi.

(Corriere della Sera 10.08.2015)

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