Dio è lontano

Dostoevskij tenta di tracciare una genesi dell’ateismo, evidenziando così, da parte dell’uomo, un processo di impadronimento degli attributi divini tale da aprire la strada alla concezione di un Dio assolutamente lontano, estraneo e talora invadente. E’ questa l’immagine di un uomo che, perduto il suo legame ontologico con Dio, è inconsapevolmente divenuto preda dei demoni (da qui il titolo del romanzo concepito da Dostoevskij come la più completa fenomenologia dell’ateismo) e che, come l’indemoniato di Gerasa, grida di fronte a Gesù: “Che c’è fra me e te, Gesù Figlio del Dio altissimo?” (Mc.5,7). L’uomo è, secondo Dostoevskij, innanzitutto una creatura “antinomica”, contraddittoria e irrazionale: la grandezza del cristianesimo consiste proprio nell’aver compreso a fondo questa fondamentale connotazione. Ciò significa che il cristianesimo non elimina questo carattere bensì lo evidenzia, anche se ciò suscita nell’uomo un profondo senso di angoscia, le cui radici affondano nella paura della libertà. Gli ideali che lo stesso uomo si crea offrono invece l’ancora di salvezza all’abisso della libertà: è questo il “regno della fantasia” a cui l’umanità volontariamente si sottomette. A questo proposito De Lubac esamina il problema dell’ateismo in Dostoevskij proprio a partire dalla sua articolazione in tre ideali: l’ideale dell’uomo-dio, l’ideale della “torre di Babele” e l’ideale del “palazzo di cristallo”…

(http://www.orthodoxia.it/theodoros/teol_dostoevskij.php)

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2 Comments
  • Carlo
    Ottobre 1, 2015

    Salve a tutti. Un amico mi ha detto che il regista ha scelto l’attore protagonista del film. E’ straniero. E’ vero? Perché non un italiano?

  • Mirco
    Ottobre 6, 2015

    Io seguo da tempo il blog, ma mi sembra di capire che questo film non si farà mai…

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